Touch Party

Touch Party

Dopo aver affrontato, con una rassegna di workshop, l’argomento del club da un punto di vista socio-culturale, anche l’aspetto psicologico, scientifico ed emotivo ha catturato l’interesse del gruppo, discutendo così il perchè il nostro cervello rispondesse a determinati suoni in un modo, e ad altri con altrettanti stati d’animo.

Ed è proprio dopo aver accumulato questo pacchetto di conoscenze che il gruppo ha sentito la necessità di passare dalla teoria alla pratica: essendo infatti che quasi tutti i componenti, già prima del party, avevano avuto qualche esperienza, tra chi faceva il dj già da qualche tempo, chi militava in una band, chi aveva già qualche piccola esperienza come promoter, dopo anni di workshop a nome Beyond Common Ideas e un po’ di militanza come singoli in queste attività, è venuto naturale voler tradurre intenzioni e propositi in una realtà interamente propria.

Il Touch è stato quindi un grande laboratorio, ma c’è voluto del tempo per arrivare a definire un concept caratteristico ed avere un’idea chiara sulla proposta di party, ma, dopo un po’ di esperimenti, si è giunti al risultato desiderato, grazie anche ad un’evoluzione naturale: un format in cui il dancefloor e l’aspetto musicale restassero centrali e fondamentali, ma nel quale si sarebbero potute inserire sperimentazioni come video-mapping, installazioni e luci, così da creare un’esperienza audio-visiva: connettere suono e immagine.

Oggi questo format può forse risultare già visto, trito e ritrito per alcuni, ma, a onor del vero, all’epoca in cui fu proposto, nei club di video-mapping e installazioni non se ne vedevano poi tanti.

Il party infatti prevedeva un ampio videomapping dietro alla consolle, interamente progettato e allestito dalla stessa crew, così come installazioni luminose e interattive. Caratteristica fondamentale del progetto è stata, inoltre, l’autoproduzione di ogni suo elemento costituente. Ciò lo ha portato ad essere senza dubbio il più grande banco di prova che il gruppo abbia mai avuto: nel corso del Touch Party sono state progettate, apprese, ampliate tutte le conoscenze che oggi Beyond Common Ideas esporta e mette a disposizione delle altre realtà.

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La line up, inizialmente composta da local djs, spaziava dalla classic house alla techno più contemporanea, aprendosi tuttavia a sfumature hip hop e soul. E durante le tre stagioni in cui è andato avanti il progetto, oltre ad aumentare la sperimentazione a livello di video e installazioni, si ampliò soprattutto la platea delle line up, che coinvolsero non solo alcuni dei migliori djs locali, da Dj Rou, a Dumbo Beat, a Dj Cream, ma anche ospiti internazionali come Shanti Celeste, portata per la seconda volta in Italia proprio grazie a Beyond Common Ideas.

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