Il format era semplice, ma ad osservarlo bene conteneva già alcuni dei tratti distintivi che avrebbero caratterizzato l’attività del gruppo negli anni successivi. Oltre al dj set, infatti, seppur in assenza di un video-mapping, che sarebbe poi diventata la seconda attività centrale del gruppo dopo quella musicale, vi era comunque spazio per installazioni video e per delle piccole mostre fotografiche. Queste due componenti in particolare verranno riprese e riprodotte poi nel progetto Art Expo del WHP che, in questo senso, ha diverse assonanze con BCI Home. In ogni caso gli aspetti centrali del format furono soprattutto la location, chiamata CAP40139, e il pubblico. La location era una struttura in stile industriale poco fuori dal centro città al cui interno vi erano mobili e luci di design e vintage e un ampio spazio esterno laterale. La commistione tra l’arredamento e i lampadari e le lampadine pendenti con le installazioni e con la musica, rendevano la location un luogo più unico che raro in una città caratterizzata dalla scarsità di location originali e standardizzate come Bologna (specialmente in quegli anni). Il pubblico, che in quel momento era prevalentemente formato da amici e amici degli amici, divenne, BCI Home dopo BCI Home, il gruppo di sostenitori che poi avrebbe creato il nostro “zoccolo duro”, seguendoci in giro per Bologna e non solo. Il BCI Home, appunto, voleva essere uno stare insieme come in casa, creare una piccola comunità e dare vita al progetto Beyond.
Un’esperienza fondamentale del nostro percorso, molto più importante di quanto possa apparire all’esterno, così decisiva proprio perché ha portato alla costruzione di una squadra e di un seguito che sono andati a rafforzarsi nel tempo.